Se nel tardo pomeriggio di martedì 28 febbraio alcuni dei vostri siti preferiti hanno avuto dei rallentamenti o dei malfunzionamenti, c’è un signore cui potete rivolgervi: si chiama Jeff Bezos ed è quello con l’azienda col nome di un fiume.
Ok, battute a parte (è ovvio che non è colpa di Bezos, nel senso che non l’ha fatto apposta): la più vecchia server farm di S3, i servizi di cloud hosting di Amazon, ieri ha avuto dei malfunzionamenti per diverse ore, trascinando con sé diversi servizi e siti popolari. Slack, Trello, Imgur, Airbnb, Lifehacker e tutti suoi siti affiliati – per non parlare degli stessi siti e servizi di Amazon, come Prime Now, Prime Video, Amazon Echo e l’infrastruttura del Kindle.
Sembra che il problema sia rientrato poco prima delle due del pomeriggio, fuso orario del Pacifico. Per fortuna è stato un malfunzionamento e poco altro, non un attacco coordinato come quello che l’anno scorso mise in ginocchio davvero metà internet.
Per chi vuole vederla come una rivincita del karma, invece, pensi a questo: chi usa solitamente il popolare “Is it down right now”, ieri… l’ha trovato down.