Siete sposati, ma non volete palesarlo su Facebook? Fingete di vivere a Los Angeles, ma in realtà siete completamente altrove nel mondo? Facebook lo sa, Facebook sa tutto. Una volta iscritti a questo social network, la nostra vita personale è esposta ad amici e a sconosciuti (se teniamo un basso livello di privacy) e i nostri interessi invece vengono venduti per mostrarci inserzioni pubblicitarie. Facebook traccia ogni nostra mossa, ma forse non ci rendiamo conto di quanto questo tracciamento sia intensivo e scavi a fondo.
Ovviamente dobbiamo ricordarci che Facebook fa tutto ciò perché noi utenti accettiamo i termini di utilizzo quando ci iscriviamo. Esiste la possibilità di limitare l’invasività di Facebook nella raccolta dei nostri dati, ma l’unico modo per proteggere DAVVERO la nostra privacy è quella di cancellarci dal servizio.
L’utilizzo dei nostri interessi: ciò che non salta all’occhio
Se mettete il like alla pagina di un prodotto per l’estetica, immediatamente Facebook utilizza questo interesse per mostrarvi altre pubblicità affini, guadagnando quindi dalla vostra profilazione. Di questo ve ne sarete accorti tutti, ma al grande pubblico possono sfuggire i modi in cui Facebook collega tra loro i dati che ricava dagli utenti, creando così un esatto ritratto di chi siamo, di cosa ci piace, di cosa facciamo nella vita. Tutto questo per vendere pubblicità che funzionino di più, quindi per monetizzare meglio.
Bruce Schneier, un esperto di sicurezza, spiega:
Tutto ciò che l’utente fa, che sia direttamente su Facebook o su altri siti che hanno il tasto “Mi piace”, rivela informazioni utili al social network. Anche se gli utilizzatori sono coscienti di fornire a Facebook dati personali, non sono invece del tutto coscienti delle correlazioni che Facebook può riuscire a fare in base a questi dati. È normale, tendiamo a focalizzarci sulla raccolta dati perché è la cosa più semplice da osservare, ma il vero problema riguarda la correlazione tra essi, che è ben più difficile da vedere.
Facebook ha condotto un’analisi nel 2014 sulla quantità di utenti impegnati sentimentalmente, prendendo in considerazione anche tutti quelli che non dichiarano alcuno stato sentimentale sul proprio profilo. Come ha potuto quindi analizzare i dati? Semplicemente prendendo in considerazione la frequenza dei post pubblicati e altri dati aggregati, resi anonimi e correlati.
Per capire come avvengano queste correlazioni possiamo dare un’occhiata alla pagina Le tue preferenze relative alle nostre inserizioni: troviamo tutto ciò che Facebook ritiene ci interessi. Schneier spiega:
Un punto importante è da comprendere è che il servizio traccia l’utente anche quando non si trova su Facebook, per via dell’estesa rete di sorveglianza sui siti che hanno link al social network.
Ovvero, Facebook sa quando ci iscriviamo a un sito, stiamo per comprare qualcosa ma lasciamo tutto nel carrello, quando invece portiamo a termine un acquisto e via dicendo. Riesce anche a taggarci automaticamente nelle foto perché ha imparato a riconoscere i nostri volti.
Quali dati raccoglie Facebook per profilarvi
Quindi, quali dati combina Facebook per sapere TUTTO della nostra vita? Eccoli:
- Lo stato delle nostre finanze: anche se non scriviamo nulla su Facebook riguardo a soldi, spese e stipendi, il servizio sa come siamo messi in banca e lo comunica ai pubblicitari. Come? Combina i dati legati agli acquisti online, dove viviamo, quanto ci muoviamo per il mondo.
- Il nostro umore: Facebook sa quando siamo tristi o arrabbiati. Il social network sostiene di non vendere questo genere di dati ai pubblicitari, ma comunque li utilizza per fare un accurato profilo dell’utente.
- Dove andiamo: grazie all’applicazione mobile con localizzazione attivata, il servizio sa dove siamo ogni istante della nostra giornata. Scopre anche a quali eventi andiamo, quindi che gruppi ci piacciono, quali città visitiamo e via dicendo. In questo caso, possiamo impedire l’uso della localizzazione da parte di Facebook nelle impostazioni dello smartphone.
- I siti che visitiamo: la maggior parte dei siti e dei servizi di terze parti utilizza tecnologie Facebook, anche solo il tasto Mi Piace. Tramite questo e altri dettagli, il social network conosce tutte le nostre mosse sul web. Vogliamo evitarlo? Possiamo utilizzare estensioni che proteggono la nostra privacy.
- Gli status che pensavamo di pubblicare: siamo stati indecisi sullo scrivere uno stato, abbiamo poi deciso di evitare. Beh, Facebook sa anche questo. Il servizio è in grado di prevedere ciò che scriveremo o ciò che pensiamo di scrivere, ma poi non lo faremo.
- Le app che installiamo: in questo caso le app di terze parti che si connettono a Facebook (anche Instagram e Whatsapp) sono fonte di numerosissime informazioni su di voi, info che poi vengono rivendute. Attenzione a chi concedete permessi.
- Le app che installano gli amici: le app di terze parti possono diffondere informazioni sull’utilizzo incrociato vostro e dei vostri amici. È possibile controllare le impostazioni sulla privacy sul vostro profilo.