Tra le novità di Windows S, la versione “leggera” di Windows che debutterà nei prossimi mesi ed è pensata per avere prestazioni più leggere ed essere installato su macchine (relativamente) poco performanti, spicca il ruolo fondamentale del Windows Store.
È un negozio online dal quale scaricare app, gratuite o meno, che esiste già oggi: ma a differenza di oggi per poter funzionare sul computer le app dovranno passare soltanto per lo Store. Se un utente vorrà la libertà di installare applicazioni da qualsiasi sviluppatore (anche da sviluppatori come Adobe o Google), dovrà pagare $49 per passare alla versione Pro di Windows S.
E sebbene ci sia molta gente che si lamenta di queste restrizioni per la prossima versione di Windows, obbligare gli utenti a usare Windows Store potrebbe avere delle ricadute positive. Per esempio dovranno essere riscritte per essere compatibili con lo Store, e questo porterà a una loro razionalizzazione. In più, per quanto Microsoft non abbia ancora intenzione di effettuare una politica di sorveglianza stretta come quella di Apple e del suo (Mac) App Store, sapere che Microsoft potrà vietare le app che non gradisce dallo Store significa che gli sviluppatori perderanno più tempo per verificare che funzionino bene. L’esperienza d’uso per l’utente poi sarà migliore: installare o disinstallare le app sarà molto più semplice e le app non lasceranno così tanti pezzi di codice in giro per l’hard disk come oggi; in più il sistema di aggiornamento delle stesse app sarà coerente e veloce.
Se Windows S e in particolar modo il Windows Store come unica fonte di applicazioni per gli utenti diventerà la norma del futuro, sarà tutto da vedere. Per il momento, contateci tra i favorevoli all’idea.